L’artefatto in alluminio di Aiud e la truffa delle sue analisi

Il cuneo di alluminio di Aiud è un oggetto appunto a forma di cuneo trovato a 2 km a est di Aiud,in Romania, sulle rive del fiume Mures, nel 1973. In sostanza, il manufatto è un blocco di alluminio (secondo alcune test a cui è stato sottoposto) simile ad una testa di martello. Il suo scopritore fu tale Boczor Iosif, un collaboratore di riviste ungheresi del paranormale. L’oggetto fu trovato a 35 piedi accanto alle ossa di due mastodonti (mammifero simile al mammut del Pliocene e Pleistocene) perciò averebbe dovuto avere all’incirca 11.000 anni il che è impossibile essendo di alluminio, in quanto questa lega fu scoperta solo nel 1808 e in grosse quantità solo dal 1885, essendo che l’alluminio necessita di 600 gradi di calore per la sua creazione.
Questa premessa l’ho fatta perchè ho visto che alcuni siti , sopratutto italiani, son tornati a parlare del “famoso” piede o cuneo di Aiud sostenendo che un famoso centro di ricerche svizzero, per la precisione a Losanna, avrebbe dimostrato che la lega che compone tale oggetto è simile all’alluminio quindi l’oggetto stesso, avendo 11.000 anni, potrebbe essere alieno…. Tale notizia è forviante completamente, il lettore infatti è portato a credere che le analisi siano state fatte in quest’anno, dato che non vi è alcuna locazione temporale, ma le uniche analisi che furono fatte su tale oggetto sono datate a prima del 1995!!!!!!!!!!!! e son state fatte si pensa dal suo scopritore o al limite da chi ha fatto conoscere al mondo questo oggetto, Florin Gheorghita, che cita l’oggetto nel suo libro “Enigmi della galassia” 1983. Come faccio ad asserire ciò? semplicemente perchè c’è scritto su un giornale di misteri rumeni del 1995 (vedere la foto sotto con tanto di cerchio e freccia) foto tratta dal sito: thelivingmoon

Ma il bello deve ancora venire, infatti alcuni siti riportano il nome di questo fantomatico centro: Centro per la Ricerca e Design Magurele Platform, ovvero l’unico centro svizzero con il nome dedicato ad una città romena, Magurele!!!! Sarà forse perchè il centro è un centro in romania e non in svizzera? vedi link. Il centro ricerche di Magurele in Romania negli anni 80 ha effettivamente fatto delle analisi a questo oggetto, ma forse chi ha scritto l’articolo, essendo un pò “razzista” ha pensato bene che un centro ricerche svizzero sia molto più scenografico di un centro ricerche rumeno!!!
Ma allora quanto c’è di vero nell’artefatto di Aiud? Nel sito già citato thelivingmoon si procede ad un’analisi buona e dettagliata, sebbene verso una sola direzione di pensiero e con alcune inesattezze, ad esempio il mastodonte non è un animale vissuto fino a 100000 anni fa ma bensì fino a 10000 anni fa. Ma allora perchè l’oggetto non è considerato vero da nessuno scienziato e persino i creazionisti hanno avanzato vari dubbi sulla sua autenticità tanto che Wikipedia ha cancellato la voce dalla sua inciclopedia? (vedi link)
Tralasciando la teoria che potrebbe essere parte di un carrello di un astronave alieno, poichè risulta ridicola in quanto:
1. non assomiglia assolutamente alla forma del carrello d’atterraggio preso in esame , è evidente anche dalle due  immagini sotto, ne risulta rotto in nessun punto quindi non può nemmeno essere solo una parte parziale del meccanismo della navicella, vedi foto.

2. entrare nell’atmosfera sottopone una navicella a circa 7800k di temperatura, circa 7522 gradi, sicuramente l’allumino o leghe simili, cioè formate con egual metalli, non sono le più indicate visto che fonderebbero a 660 gradi!!!

Rimane però il dubbio sull’autenticità dell’oggetto. Per cominciare lascia perplesi ad esempio che l’oggetto è stato ritrovato per puro caso da Boczor Iosif, un giornalista che si occupa proprio del mistero, un caso? diciamo di si e lo scavo, dove è stato rinvenuto l’oggetto, dove si trova? Non si sa, nessuno ne parla. Le ossa di mastodonte? Sparite subito dopo il ritrovamento ? Le analisi sono state fatte sull’artefatto, così dichiara Florin Gheorghita, ma su ordine di chi? Perchè non sono mai state ripetute ai giorni nostri? Eppure l’oggetto è il pezzo forte del Museo di Storia di Cluj-Napoca ed è esposto al pubblico, quindi reperibilissimo, stranamente molti siti dichiarano erroneamente, invece, che tale oggetto è sparito.
Ma il particolare che più mi induce a credere nella falsità dell’oggetto è evidente anche nella sua immagine stessa, mi spiego meglio. Un autore del sito rumeno asfanufo  si è recato al Museo di Storia della Transilvania a Cluj-Napoca, Romania, dove si trova tale oggetto e ha immortalato in più foto l’artefatto di Aiud. Queste foto mi han lasciato estremamente sbigottito poichè ho notato un particolare alquanto strano, già evidente nell’unica foto disponibile in precedenza, ovvero l’immagine sotto, in questa foto o voluto evidenziare il particolare interessante.

Uno dei due buchi non risulta assolutamente ossidato, ma una caratteristica dell’artefatto è che sia ricoperto con uno strato di ossido di alluminio dato l’età estrema dell’oggetto. Ma perchè l’interno di quel buco no? Ho pensato potesse essere un errore della foto o un gioco di luci e ombre ma questo particolare è evidente anche nelle altre foto, addirittura nell’ultima sembra di vedere segni di lavorazione all’interno del foro:

ma come spiegare questo particolare? Non si può, infatti in natura un metallo in egual abiente produce per tutta la sua superfice egual ossidazione a meno che l’ossidazione non sia stata indotta , però questo comporterebbe una prova evidente della sua falsificazione. A mio parere, e a fronte di ciò che ho detto, sembra evidente che esso sia da ritenersi un falso, ma come sempre, ribadisco che, ognuno è libero di pensare ciò che crede, ma non d’ingannare il prossimo come alcuni siti hanno fatto speculando sulle analisi del cuneo  in alluminio di Aiud.

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29 risposte a “L’artefatto in alluminio di Aiud e la truffa delle sue analisi”

  1. manu dice :

    qualcuno si è rifatto il dente di una benna in alluminio perchè in ferro è più difficoltoso …..

    • die2878 dice :

      Cavolo hai ragione! complimenti per l’ottima intuizione, posto un’immagine di un dente di benna…e questo spiegherebbe anche perchè si trovasse sotto terra….davvero ottima deduzione

  2. manu dice :

    complimenti per il tuo sito, sto leggendo i vari articoli e sono molto utili ….

  3. Niow dice :

    Oppure sembrerebbe una zappa… ad alta tecnologia.

  4. zetar dice :

    Ma dai……………..un dente di benna in alluminio??????????

    Per una benna giocattolo??

    I denti di benna, sono in ferro acciaioso, di una durezza incredibile, nonostante ciò si consumano e devono essere cambiati. D’alluminio proprio NO, è ridicolo.

    Poi non ha la forma giusta, manca un buco sul lato sinistro dove dovrebbe entrare il perno che blocca il dente sulla benna. Inoltre il dente di benna è cavo dietro, deve avere l’alloggiamento del dente in ferro che è posizionato sulla benna, infatti i denti (duri) si sovrappongono a quelli sulla lama e vengono bloccati da un perno trasversale al dente.

    Credo che questo oggetto non centri nulla con un dente di benna, anche se non sò cosa sia. Potrebbe anche assomiliare a un dente di benna, ma cavolo è di alluminio!! durerebbe 1 ora. Comunque liberi di pensarla diversamente.

    Ciao

    • die2878 dice :

      Ciao Zetar l’idea a me sembra fattibile, magari era fatto in modo casalingo, del resto il buco laterale potrebbe essere un incastro ulteriore, molti denti di benna hanno solo il buco centrale

      inoltre l’uso di alluminio non è così poco consono come credi, essendo utilizzato per auto e per bici, si rende molto reperibile per creare un utensile artigianale certamente molto più dell’acciaio, soprattutto in un paese come la Romania della Cortina di ferro….
      del resto o è uno strumento “tipo” benna o una bufala, visto le informazioni presenti nel post

      • zetar dice :

        Si li conosco, sono gli ultimi nati della multinazionale “ESCO”, costano un occhio e sono composti (ogni dente) da tre pezzi, sono a incastro con perni a vite. Sono perfetti e durano molto.

        Ho visto in rete altri siti che parlavano di quell’oggetto, in effetti tutti cercano di dire la loro, portando l’acqua al loro mulino, ma francamente e difficile esprimere un’opinione. quell’alluminio contiene circa 12 altri metalli, quella fusione può avvenire solo a 700/800 gradi.

        Non voglio esprimere il mio pensiero, ma se ha più di un TOT di anni come dicono, potrebbe essere veramente interessante.

        Comunque l’alluminio per queste cose è assolutamente inutile, chi è nel settore, non farebbe mai una cosa simile pensando sia utile. Non lo è.

      • die2878 dice :

        Infatti a mio parere è stato un lavoro artigianale fatto da qualcuno che si è improvvisato scavatore…anche perchè se non fosse così e se non fosse una bufala che senso avrebbe questo oggetto? tu che ne pensi?

  5. zetar dice :

    Cosa io penso non è importante, sarebbe l’ennesima ipotesi in più.

    Bisognerebbe accademicamente spiegare l’avvento della lega in alluminio e i suoi componenti, confrontarli con quella lega e cercare di capire quelle incrostazioni in superficie da cosa sono prodotte. Per fare questo abbiamo i mezzi che potrebbero chiarire l’età di quel “coso”. Siccome due laboratori hanno fatto queste analisi, dovremmo attenerci a quelle, quindi è un oopart.

    A cosa servisse o cosa fosse, rientra nelle congetture o ipotesi contro cui non mi esprimo, ma prendo atto che le analisi effettuate gli danno una remota datazione, quindi bufala di che? l’oggetto ce esiste e le analisi dicono sia molto antico. Tutto il resto ripeto sono congetture.

    Per “colpa” Tua ho dovuto cercare tutto quello che è in rete su questo oggetto, non immagini quanto ho letto, anche le teorie e congetture più strane e fantasiose. Sono tutte lecite, perchè nessuno sa cos’è quella strana forma in alluminio ne a cosa potesse servire. Per cui………..ai posteri larga sentenza.

    …Ciao…

    • die2878 dice :

      Ma quali laboratori?? solo il centro ricerche di Magurele in Romania ha fatto delle analisi! come scritto nel post….e sebbene sia esposto al Museo di Storia di Cluj-Napoca siccome l’oggetto è stato ritrovato da Boczor Iosif noto giornalista del mistero rumeno….il loro bossari per capirci…e dato che l’oggetto non è stato ritrovato nel sito… è stato detto dal giornalista come è avvenuto il ritrovamento…come documentato nel post….non so come si possa non dubitare sulla sua falsità tanto più visto le molteplici anomalie presenti sia nell’oggetto che nel ritrovamento…..comunque libero di pensarla come si vuole e citandoti… ai posteri l’ardua sentenza.

      • zetar dice :

        Diego, a grandi linee non la penso molto diversamente da Te, ma ci sono delle cose che mi fanno dubitare e riflettere.

        Mi risulta che due laboratori diversi hanno effettuato le analisi, uno Rumeno e l’altro svizzero.

        Ma a prescindere da questo, quella lega in alluminio e composta da minerali che non si usano nelle leghe prodotte sino ad ora. Infatti vengono riportati i componenti di quella lega e sono diversi:
        89% Al alluminio
        6,2% Cu rame
        2,8% Si silicio
        1,8% Zn zinco
        0,4% Pb piombo
        0,3% Sn stagno
        0,2% Zr zirconio
        0,1% Cd cadmio
        Vi erano poi piccole parti di millesimi di nichel (Ni), cobalto (Co), bismuto (Bi), argento (Ag) e tracce di gallio (Ga).l’alluminio è un metallo spesso trovato in natura, però soltanto in forma non pura, bensì allo stato di bauxite.
        L’alluminio è stato scoperto nel 1825 di H. C. Oerstred e prodotto per la prima volta in modo industriale in Francia nel 1854. Nel 1920 per la prima volta è stato ricavato l’alluminio puro, con un processo galvanico di elettrolisi e temperature di 900 gradi.

        Non dirmi che l’ha fatto un privato negli anni 1925/1970, perché sai che non avrebbe potuto farlo.

        E’ molto antico e la lega di cui è composto e diversa da quelle normalmente create e usate.(non è mai stata adoperata da nessuno fino ad ora) L’oggetto e stato trovato nel 1973/1974.

        Inoltre l’alluminio si ricopre di ossido all’aria, raggiungendo spessori di alcuni millesimi di millimetro, quello presente sull’oggetto in questione, ha raggiunto lo spessore di 1 millimetro (mille volte in più), questo sta a significare che è molto antico.

        Come vedi, ci sono tutti i presupposti per definirlo oopart. Non vi sono certezze su questo oggetto. (razionalmente parlando, diversamente amen)

        Ciao

        P.s. Come va il lavoro? Spero bene. Io dopo 40 anni (infiniti) sono adesso in pensione. YUUPPII YAA YEEHH.(non è inglese, è felicità)

      • die2878 dice :

        Ciao grazie del tuo interessamento, fortunatamente ho quasi finito comunque tutto bene…. dicevamo, come leggi nel post non c’è nessun laboratorio svizzero è una bufala ne sono certo infatti basta contattare il Museo di Storia di Cluj-Napoca per scoprire che: 1)l’oggetto non ha mai lasciato la romania 2) l’unico ad aver fatto delle analisi è il centro ricerche di Magurele in Romania. Lo scritto nel post perchè li ho contattati io è per altro grazie a loro che ho saputo del sito asfanufo e le foto…. ringrazio anche il mio amico ed interprete per questo…..inoltre se noti come detto nel post il centro di ricerche svizzero ha lo stesso nome di quello rumeno…un po’ strano no ….comunque la cosa più strana è che se guardi le foto dell’oggetto vedrai che come è detto nel post una parte non risulta assolutamente ossidata, citazione dal post: ma una caratteristica dell’artefatto è che sia ricoperto con uno strato di ossido di alluminio dato l’età estrema dell’oggetto. Ma perchè l’interno di quel buco no? Ho pensato potesse essere un errore della foto o un gioco di luci e ombre ma questo particolare è evidente anche nelle altre foto, addirittura nell’ultima sembra di vedere segni di lavorazione all’interno del foro ma come spiegare questo particolare? Non si può, infatti in natura un metallo in egual ambiente produce per tutta la sua superfice egual ossidazione a meno che l’ossidazione non sia stata indotta , però questo comporterebbe una prova evidente della sua falsificazione quindi l’ossidazione può essere indotta ed è davvero facile con l’alluminio (così mi han detto i prof di chimica consultati) tranne che in taluni casi alcune parti non è detto che si ossidino…..come in effetti è per il buco….. se poi ci aggiungi che l’oggetto potrebbe benissimo essere dei primi anni 80 (anche perchè viene detto essere stato trovato nel 73 ma è solo menzionato, per la prima volta nel 83) e avere questo aspetto solo perchè, come detto sopra provocato ad arte, il gioco è fatto….anzi il gioco di Boczor Iosif è scoperto

    • giancarlo dice :

      Le analisi chimiche non danno direttamente indizi circa l’età di un oggetto ma possono solo suggerire ipotesi considerandone la composizione.
      Una banale analisi effettuata all’assorbimento atomico da, anche ad uno studente universitario o perito chimico, la composizione esatta dell’oggetto.
      Attualmente l’alluminio si produce per via elettrolitica per cui si ottiene già puro ma non è escluso che possa essere stato legato con altri elementi per indurirlo.
      La presenza dell’oggetto vicino ad ossa fossili, seppur vero, non significa nulla.
      Inaccettabile anche l’ipotesi di essere un dente di benna visto che l’alluminio non può essere impiegato per fabbricare oggetti sottoposti a quel genere di sforzo… tantomeno sopportare il peso di una astronave oltretutto senza affondare nel terreno.
      Infine il foro che appare levigato e non ossidato potrebbe essere stato fatto per prelevare una quantità di trucioli per effettuare l’analisi ma una analisi che richieda così tanto materiale , quella si che è preistorica! 🙂

  6. vittorio dice :

    Ehm se vuoi correggere l’articolo dal punto di vista scientifico l’alluminio non è una lega, non si crea a 600 gradi ma fonde a 600 (660) gradi di temperatura (non di calore, il calore si misura i Joule non gradi) e al rientro dall’atmosfera si sviluppa calore solo se rientri velocemente per drag atmosferico, attualmente i nostri spacecraft non sono in grado di rallentare, per quello succede.

    • die2878 dice :

      Grazie della precisazione…sui gradi di fusione ( fidandomi di wikipedia avevo scritto 600 riferendomi alla temperatura e non al calore… cito dal link:”Bassa temperatura di fusione (compresa tra i 510 ed i 650 °C)http://it.wikipedia.org/wiki/Alluminio), per quanto riguarda la frase:”l’allumino o leghe simili” non intendevo che l’alluminio fosse una lega bensì che possa esistere leghe simili come “proprietà” all’alluminio
      Saluti
      Diego

    • giancarlo dice :

      Perfetto. Avevo tralasciato di evidenziare questi aspetti per non allungare troppo il testo!

  7. vittorio dice :

    Di nulla comunque ottimo articolo buon lavoro!

  8. zetar dice :

    Vittorio ha ragione nel dire che l’alluminio non è una lega, ma noi stiamo parlando di quell’oggetto che è in lega di alluminio e nel mio post dico anche da cosa è formata la lega. (al millesimo di grammo)
    Detto questo, vorrei sapere chi ha determinato che quell’oggetto è un supporto esterno ad un macchinario che vola?? Piede di carrello o rampa?

    Per quanto riguarda il foro in cui si vede la mancanza di patina, vorrei che qualcuno mi spiegasse come può essere analizzato e studiato un oggetto, senza graffiarlo o senza asportare parte di esso per le analisi chimiche e le leghe che lo compongono? Non esiste macchina che analizzi il metallo solo guardandolo (almeno fino a oggi).

    Ultimamente ho avuto modo di vedere alcune chiusure di portelloni di aereo o meccanismi di blocco di porte interne a un velivolo, la maggiorparte di questi fermi sono in metallo leggero, leghe di alluminio.
    Il peso di qualunque oggetto influisce sul peso totale del velivolo, questo fa si che qualunque componente interno sia fatto di leghe leggere (per il peso).

    Non posso dire cosa è quel coso, ma le ragioni che vengono avanzate per definirlo un falso reperto/Oopart, sono MOOOLTO risibili. Il luogo del ritrovamento e la composizione dello stesso, nonchè la patina da cui è coperto, fanno pensare ad altro.
    Quell’oggetto non proviene da nessuna fonderia, perchè quella lega non è mai stata usata da nessuno per creare oggetti simili. Dire che un privato nel 1973 poteva creare quell’oggetto è FANTASIA PURA. Non poteva.

    Pertanto visto l’epoca(determinata dalla patina), il luogo del ritrovamento e la composizione di quell’oggetto, sono più propenso a credere che si tratti di Oopart.

    …Ciao Diego…

    • vincenzo bassi dice :

      Il problema e’ che da una parte c’e’ chi urla all’UFO e dall’altra alla BUFALA. E cosi’ tanti oopart, che meriterebbero approdondimenti e domande serie, diventano argomento di dibattito di basso livello tra ufologi impazziti e sbufalatori di professione. Non ho niente contro nessuna categoria ma credo che prima di dire che e’ un UFO o che e’ una BUFALA sarebbe utile avere qualche elemento. In questo articolo leggo che e’ una bufala ma non trovo una singola prova che giustifichi questa definizione. Per adesso, fino a nuove analisi, e’ un oggetto piuttosto controverso che meriterebbe approfondimento. Ne bufala ne ufo.

  9. Marco dice :

    I fori sui due lati lo capirebbe anche un bambino solo i fori che sono stati fatti come campione; suppongo ne siano stati fatti due per accertarsi delle analisi poiché nelle analisi forensi si prendono più campioni da più parti. Gli antibufalari di professione hanno tra tutti gli appassionati di Scienza ed Archeologia L’approccio meno scientifico lo dice uno che fa l’Architetto di professione e ha un fratello stimato Biotecnologo, con ampi premi vinti al SIF e prestigiose pubblicazioni. Io posso dire questo da Architetto, alcune delle tante opere antiche maggiormente dibattute tra scettici e ufologi (personalmente credo siano opera nostra ma per cortesia non mi parlate di bastoncini e rulli perché alcune di queste costruzioni richiedono una conoscenza matematica dei modelli di comportamento allo SLU che richiedono importanti applicazioni prima di natura teorica. La balla di dire: si impara dagli errori e si replica vale fino ad un certo grado di Architettura e complessità altrove subentrano delle nozioni che prima bisogna studiare). Svio ancora un po’: sé queste culture avevano tutte Architetti che apprendevano per ingegneria inversa come mai oggi è molto difficile trovarne di questi? Risposta: perché tutti studiano architettura. Esattamente: lo studio richiede conoscenza a priori di complessità che si sa si presenteranno nel progetto. E io non credo alla storia del, mettiamo su un po’ lì, proviamo ad issare con questo bastoncino là, tanto di Navier che ce ne importa, in qualche modo terrà. Gli stessi antibufalari spesso conoscono per banale sillogismo materie che lo studio approfondito soltanto fa conseguire risultati eccezionali. E 4 bastoni e due corde non vi faranno alzare monoliti che pesino decine di tonnellate al ritmo di una gru professionale (ne esistono alcune che costano svariate centinaia di migliaia di dollari al giorno per metterle in funzione). Se oggi andaste dal migliore architetto chiedendogli di farvi la copia esatta della Grande Piramide utilizzando le migliori tecnologie su piazza sarebbe comunque un lavoro lungo, che richiederebbe tempo, calcoli, e le migliori manodopere, software avanzati (ci stanno grotte sotto le piramidi quasi tutte – avete idea quanto questo incide nei calcoli strutturali?immagino di no, il vuoto va calcolato e a quel punto se vuoi fare una piramide così per esperienza e a tentativi, come si cerca certe volte di sostenere, non ti scegli una grotta sopra cui farla, è il posto peggiore per uno che va a tentativi e vuole riuscirci). Dubitare è da scienziati, studiare anche. E certe volte quando studi certe cose devi avere la capacità di dire che se i conti non tornano ti sei sbagliato. E l’archeologia “ufficiale” sempre più spesso viene sconfessata da teorie di statica, analisi chimiche, ecc. Ovviamente levando da questo discorso i falsi reperti.

  10. Giuseppe dice :

    Credo che il buco non ossidato, di cui tu parli sia stato fatto per estrarre un pezzo, per poi analizzarlo.

  11. Angelo dice :

    Asseriscono che il foro laterale e stato fatto per analizzarlo.

  12. Angelo dice :

    Lo dicevano in un documentario di history channel

  13. Angelo dice :

    La vera domanda é se questo artefatto si trova in un museo ed é falso,perché non fanno la datazione radiometrica al carbonio e smentiscono tutto?o forse già l hanno fatta?

  14. Matteo Lupi dice :

    Scusate ma avete mai ipotizzato che la parte “pulita” del buco possa essere stata attuata da chi ha voluto prelevare un campione o più semplicemente fatta per arrivare alla parte “pura” dell’oggetto? Strano tra l’altro che il famoso laboratorio che ha compiuto le analisi sia effettivamente rumeno ma fondato con proventi svizzeri…. se oggi non si possono fare ulteriori analisi è perché per qualche arcano motivo non viene permesso dalle autorità locali. (Provate ad improvvisarvi studiosi desiderosi di analizzarlo e capirete cosa dico)
    Personalmente penso che sia una bufala ben organizzata e gonfiata di “misteri” quel tanto che basta per creare il suo mito.

  15. Fabio Palacino dice :

    Quel buco è di sicuro dove hanno fatto il prelievo per le analisi, e comunque l’invecchiamento artificiale verrebbe scoperto in 2 secondi da qualunque esperto da 4 soldi di roba antica.. se fosse risalente a 10mila anni fa non sarebbe nulla di che.. ormai è risaputo che le prime civiltà hanno minimo 10mila anni ed erano già abbastanza avanzate grazie a ritrovamenti come la città sommersa di Khambhat o Göbekli Tepe, nonostante molti esperti si impuntano ancora a datare le prime civiltà a solo 5mila anni fa.

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