Archivio | gennaio 2013

Mistero e le sue migliori bufale

Mercoledi ci sarà la quarta puntata di “Mistero”, ma sinceramente già nelle prime tre puntate ci sono state regalate delle chicche niente male. Per questo motivo mi sarei permesso di evidenziare, a mio parere, le tre migliori bufale mostrateci dagli scriteriati autori di questo programma :

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TERZO POSTO

Gli autori di Mistero propongo nella seconda puntata un video preso da Youtube…vedere sotto:

Lasciando perdere la voce che commenta il video di Mistero sottolineando il movimento lento che compie….Ma dove? è fermo!!!!! Il video è palesemente una bufala è evidente che sia un arbusto….ma la cosa che fa ridere è che bastava leggere i commenti sotto per avere dei dubbi sull’autenticità del video, inoltre seppure la ripresa è scarsa è comunque vicina alla “figura” eppure essa rimane immobile è illogico…siamo di fronte al primo alieno sordo della storia???Non credo proprio, forse più probabilmente ad un ramo che ricorda una figura antropomorfa….cosa piuttosto comune che si rifà alla pareidolia  vedi foto

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SECONDO POSTO

Gli autori di Mistero non contenti di proporre video molto dubbi nella prima puntata ne propongono uno palesemente falso, infatti bastava digitare in rete per scoprire la bufala, mi riferisco al video del teletrasporto

Ma dico io come si fa a proporre un video per “vero” il 9 gennaio 2013 che è stato smentito il 16 settembre 2012 ovvero 4 mesi prima!!!! Vedi foto e Link del sito seven-network 

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Ma a Mistero ci fanno o lo sono?….Mistero…a proposito, come avrete letto, il video è il trailer per un videogioco cinese su una nuova eroina LINK

INFINE

Con tutte le bufale dette e trasmesse era difficile scegliere un vincitore, tra le frasi più belle ricordo:
puntata 9 gennaio a 13 minuti e 40 secondi – Bossari parlando dei segreti di Fatima: “Hitler invase l’Austria…” Ma quando mai è stata annessa con un plebiscito….scorretto ma pur sempre un plebiscito LINK
puntata 16 gennaio a 26 minuti e 59 secondi – Pablo Ayo riferendosi ad una possibile base lunare degli alieni sulla luna: “le numerose e persistenti voci su basi aliene sulla luna sono troppe per pensare che siano un caso”… fatemi capire bene se 1000 persone dicono a Pablo che sa volare lui prova a farlo????…Lo dicono in così tanti non sarà un caso
puntata 9 gennaio a 1 ora 41 minuti 57 secondi – Rachele Restivo parlando di Elvis “una delle teorie più affascinanti riguarda la sua presunta origine aliena” Oddio che bufala diciamo solo che se aveva origini aliene…. com’è che i suoi genitori sono umani? Mica era adottato!!!
I video a questo link vedere per credere!!!!

IL PRIMO POSTO

Ma il primo posto non può che riguardare i video proposti nella terza puntata riguardante una ragazza ed il poltergeist che tormenta casa sua questo per capirci:

….effettivamente non è un video fake è una Web Series!!!!!!!!!!!!!! (se non sapete cosa vuol dire ecco un Link) una foto del canale youtube ed il suo link !!!

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Che buffoni!!!!!!! è come se per dimostrare l’esistenza degli alieni mostrassi dei filmati dei film: Man in Black, Star Wars o Independence day!!!!!!!!!!!!! Ma migliorate questo programma e cacciate via chi commette questi errori, a me fanno ridere ma ci vuole rispetto per chi studia VERAMENTE i fenomeni paranormali o gli ufologi e che hanno fatto della serietà il loro cavallo di battaglia.

La batteria di Baghdad una pila o una bufala

La batteria o pila di Baghdad , è il nome che si da ad un oggetto probabilmente scoperto nel 1936 nel villaggio di Khuyut Rabbou’a , nei pressi di Baghdad , in Iraq . Questi manufatto ricevette attenzione nel 1938 da Wilhelm König , del Museo Nazionale dell’Iraq che, nel 1940, ipotizzò potesse trattari di un’antesignana cella galvanica , forse utilizzata per placare di oro e argento alcuni oggetti. Se questa ipotesi fosse corretta, anticiperebbe l’invenzione di Alessandro Volta della cella elettrochimica di circa 1000 anni. Ma davvero i Parti (König la datò nel periodo tra il 250 aC e il 224 dC) avevano inventato la pila? Siamo di fronte ad un Oopart  ?

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Tutta la comunità scientifica, e per tutta intendo tutta, sono unanimi nel non ritenerla un Oopart [LINK] e [LINK2], molto più complesso è invece capire o no se effettivamente ci troviamo davanti ad una batteria . Innanzitutto è giusto sapere che secondo alcuni studiosi come St. John Simpson la pila avrebbe una datazione più recente essendo un esempio di ceramica Sasanide ovvero riconducibile tra il 224 e il 640 [link]
Molti esperimenti hanno provato a dimostrare le capacità elettriche di tale artefatto seguendo alcuni passi, come il sito del Cicap spiega [LINK]

Non è semplice provare o confutare l’ipotesi che si tratti veramente di una pila. In effetti questo, come qualsiasi oggetto composta da due metalli differenti, può funzionare da rudimentale pila se immerso in una soluzione acidula , però in questo modo la corrente generata è minima. Non è facile ottenere una corrente di intensità ragionevole, e far sì che la pila funzioni per piu’ di qualche minuto, quando i due metalli sono rame e ferro, a meno di non usare come elettrolita acidi forti, sconosciuti all’epoca. In una pila la corrente viene generata tramite due reazioni differenti, che avvengono vicino ai due elettrodi, tra questi e opportune sostanze (elettroliti) disciolte nel liquido in cui sono immersi. Sono stati proposti vari tipi di elettroliti, basati su sostanze conosciute al tempo della “pila”. Se si usa acqua acidulata o salata, questa fa solo da conduttore, permettendo le reazioni:

Fe-> Fe2+ + 2 e- O2 + 2 H2O + 4 e- -> 4 OH-

La seconda reazione avviene con l’ossigeno dell’aria disciolto nell’acqua. Pertanto in questo caso la forma chiusa della “pila” è una scelta poco felice, perchè l’ossigeno necessario si scioglie nell’acqua con difficoltà, una reticelle metalIica posta subito sotto la superfice in una bacinella avrebbe funzionato molto meglio. Essendo l’oggetto trovato da König un cilindro sigillato, avrebbe potuto funzionare solo per pochi minuti, candidati piu’ promettenti sono gli oggetti simili trovati in Seleucia. W.F.M. Gray ha provato ad utilizzare solfato di rame, e la pila riesce a funzionare bene per un breve tempo, finché l’elettrodo di ferro non viene ricoperto da uno strato di rame. Jansen et al. hanno usato benzochinone, una sostanza che si trova nelle secrezioni di alcuni centopiedi, mescolato con aceto. Tutti questi processi funzionano molto male, in quanto manca nella pila di Baghdad un meccanismo (come un setto poroso, o una gelatina) che separi gli elettroliti che reagiscono con i due elettrodi. Comunque la possibilità, remota, che l’oggetto fosse effettivamente una rudimentale pila esiste, e non è al di fuori delle possibilità tecniche del tempo.È possibile provare in casa a costruirsi una “pila di Baghdad”. Sono sufficenti un pezzo di ferro, un po’ di fio elettrico, un bicchiere di aceto (o di soluzione di solfato di rame), e un tester da hobbista elettronico. Collegate il pezzo di ferro ad un filo, ed immergetelo nella soluzione. Come elettrodo di rame si può utilizzare un secondo filo, spelato per un tratto di qualche centimetro. Potrete verificare personalmente che, anche se la tensione prodotta può raggiungere un volt, la corrente è molto ridotta, non più di qualche milliampere. Potrete inoltre divertirvi a sperimentare le più diverse sostanze come elettroliti.

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Sempre che stiate continuando a leggere e non siate corsi subito a crearvi la vostra “Pila” ….è giusto dire che sono stati eseguiti altri esperimenti sopra non elencati
Nel 1980 nella serie televisiva “il misterioso mondo di Arthur C. Clarke” , l’egittologo Arne Eggebrecht creò una cella voltaica utilizzando un vaso riempito di succo d’uva , per la produzione di mezzo volt di energia elettrica, dimostrando di poter placcare d’argento una statuetta in due ore, utilizzando una soluzione di oro e cianuro. Tuttavia, molti dubbi sono recentemente nati sulla validità di questi esperimenti. [ LINK]
In Discovery Channel nel programma di MythBusters sono state costruite repliche delle giare per vedere se era davvero possibile utilizzarle per la galvanotecnica; dieci vasi di terracotta sono stati usati come le batterie e del succo di limone è stato scelto come elettrolita per attivare la reazione elettrochimica tra il rame e il ferro. Collegati in serie, le batterie hanno prodotto 4 volt di energia elettrica. Purtroppo però sebbene non si sappia con certa le pile pervenute a noi sono solo una, l’ipotesi di altre è solo ipotizzabile.

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La teoria della pila è molto affascinante però è bene sottolineare che la teoria della pila galvanica per placare gli oggetti non gode di particolare stima oggi, infatti come asserisce Paul Craddock del British Museum: “Gli esempi che vediamo da questa regione e periodo sono doratura convenzionali e doratura a mercurio. Non c’è mai stata alcuna prova a sostegno della teoria galvanica”[ LINK ]. Anche la prova citata da König nel suo testo, ovvero che tutt’oggi gli artigiani di Baghdad usino una particolare tecnica di doratura galvanica, è stata confutata in quanto la tecnica usata in Iraq è molto simile a quella utilizzata nel secolo scorso in Inghilterra, paese colonizzatore, ed è comunque molto differente dall’elettrochimica presente nella pila in quanto contiene zinco, molto più ossidabile del ferro e sali di cianuro, sconosciuti in epoca antica.

Inoltre, è bene chiarire alcune cose sul manufatto stesso, dato che molti siti non scrivono alcune cose, e sinceramente proprio esse a me mi fanno propendere più verso l’idea dell’errore interpretativo di König e non dell’esistenza di una antica pila :

1.L’asfalto che copre il “vaso” lo isola totalmente tanto che bisogna modificare l’artefatto per far si che riescano a “circolare” gli elettroni inoltre avrebbe bisogno anche di continua manutenzione per funzionare [LINK1] e [ LINK2]

2.L’ archeologo Ken Feder fa notare come il manufatto non possieda fili esterni conduttori ne che possano indicare collegamenti tra i vasi per il loro uso per la galvanoplastica. [LINK ]

3. In molti hanno notato la somiglianza tra il manufatto ed i contenitori usati per trasportare i rotoli sacri dalla vicina Seleucia, presso il Tigri, ma la somiglianza che vi è anche tra i comuni contenitori utilizzati a scopi magici o propiziatori che per altro contenevano dei metalli simbologicamente legati alle varie divinità. [ LINK ]

pile di baghdad

La Russia comunica a Obama sugli alieni…altra bufala

E ci risiamo…..alcuni siti italiani parlano di nuovo di Medvedev, Russia e alieni anzi giusto perchè non era bello parlare solo della Russia ora si parla ancora degli Usa… ecco l’articolo

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Ho omesso apposta il nome del sito perchè in effetti non ha colpe infatti la sua fonte è questo altro sito,diciamo che questo è quello che citano: newsdoors.blogspot.com …. e fin qua nulla di strano…il problema è la fonte di questo sito americano…. whatdoesitmean  foto sotto(il titolo è quello evidenziato in verde)

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A parte il fatto che Obama non mi sembra gli sia simpatico….spero sia un sito burla…perchè sinceramente se uno credesse agli squadroni della morte di Obama o ad un suo cartello della droga con tutto il rispetto per i “complottisti” è fuori di testa….
Tornando a noi direi che, visto che questo sito è stato il primo a dare la notizia sugli alieni e non mi sembra per niente attendibile, siamo di nuovo davanti ad una bufala colossale….suggerirei prossimamente di cambiare persona e paese visto che Medvedev e la Russia mi sembrano un po’ troppo usati per le bufale sugli alieni e poi è bello variare un po’.

La squadriglia 19 ennesima bufala di Berlitz

La Squadriglia 19, come giustamente è scritto su wikipedia, era la designazione di un gruppo di cinque aerosiluranti Grumman TBF Avenger che scomparvero il 5 dicembre 1945 durante un’esercitazione della Marina statunitense.Tutti i 14 aviatori del volo scomparvero, assieme ai 13 membri dell’equipaggio di un PBM Mariner che stava cercando i dispersi. Gli investigatori conclusero che i membri del Volo 19 si disorientarono e affondarono in acque agitate quando i loro velivoli terminarono il carburante, mentre il PMB fu vittima di un guasto meccanico. Alcuni contestarono negli anni successivi questa versione ufficiale della Marina ed altri come Charles Berlitz e Richard Winer utilizzarono informazioni apparse su American Legion Magazine e proprie ricerche per pubblicare delle spiegazioni che diedero inizio al mito del triangolo delle Bermuda.


Come però fra poco vedremo, purtroppo di misterioso in questa tragedia non c’è nulla. Innanzitutto il leader della formazione Charles Carroll Taylor possedeva circa 2500 ore di volo, la maggior parte su questo tipo aerei , mentre gli studenti possedevano in totale 300 ore di volo, di cui 60 sugli Avenger. Però è anche giusto sapere che Taylor era recentemente stato trasferito da Miami dove era impiegato come istruttore, perchè seppur eccellente pilota da combattimento e ottimo ufficiale della Marina, purtroppo volava molte volte di propria iniziativa e soprattutto basandosi sul suo istinto, smarrendosi varie volte in varie altre esercitazioni passate, non a caso aveva dovuto ammarare già 2 volte, con il suo aereo, nel Pacifico [link]. Non a caso la colpa della tragedia fu data in un primo tempo a Taylor successivamente però fu usata la definizione “causa sconosciuta” dalla Marina dato che la madre di Taylor faceva pressione alla Marina in quanto riteneva ingiusto attribuire la colpa a suo figlio per la perdita di cinque aeromobili e 14 uomini, quando la Marina non aveva né i corpi né gli aerei che potevano essere considerati elementi di prova, tutto ciò sebbene la torre che ascoltava i dialoghi fra piloti avesse sentito chiaramente dire a due altri piloti del volo: “Dannazione, se solo potessimo volare a ovest ci farebbe tornare a casa, a ovest , accidenti.”….purtroppo se uno avesse preso il comando di sua iniziativa sarebbe stata un’ insubordinazione e sarebbe finito davanti alla corte marziale. [link].
Probabilmente Taylor credette di essere vicino alla costa della Florida ma la terra visibile a Taylor erano probabilmente le Bahamas, ben a nord est di Keys, in realtà quindi guidò la squadriglia nord-est cioè verso il mare. Ma Taylor non ebbe tutte le colpe infatti sebbene ogni aereo aveva il pieno di benzina, si è scoperto che erano tutti privi di orologio. Strumento importantissimo per i calcoli e non solo, ma la mancanza di apparecchiature di cronometraggio non fu motivo di preoccupazione in quanto si era ipotizzato che ogni uomo avesse il suo orologio . Probabilmente non era solo l’orologio ad essere rotto infatti Taylor dichiarò: “Entrambe le mie bussole sono fuori uso e sto cercando di trovare Fort Lauderdale, in Florida, sono sulla terra…” [link], è vero che se un pilota si fosse smarrito gli era consigliato di virare verso il sole a 270 gradi ovest, ma è anche vero che Taylor non era pratico della zona e non aveva punti di riferimento….Quindi ricapitolando un capo squadriglia nel panico per essersi perso e un aereo con varie strumentazioni in avaria, seguito da altri quattro veicoli guidati da persone inesperte che però sapevano di essersi persi e quindi probabilmente anche loro agitati e nel panico…il mistero non è come mai son scomparsi è come han fatto a rimanere così a lungo in volo!

Infine sfaterei qualche mito:
1.Taylor pronunciò come ultima frase “Tutti gli aeroplani si avvicinino …dobbiamo resistere fino all’atterraggio …quando il primo aereo scende sotto i 10 galloni, andremo giù assieme.”[link] e non come molti dicono: ” “Sembra che stiamo entrando in acque bianche… Siamo completamente perduti”
2. Non era sereno il tempo anzi vi era cattivo tempo o meglio come segnalato da alcune navi c’era burrasca [ link]
3. le caratteristiche di ammaraggio del Avenger, sono ottime ma ciò vuol dire che resta a Galla poco più di minuto non una vita [ link]
4. Non è vero che un aereo che partì in loro soccorso sparì anch’esso, bensì esplose. Tratto da Wikipedia:
Precedentemente, quando divenne palese la scomparsa degli aerei, vennero allertate diverse basi aeree, aerei e mercantili. Un Consolidated PBY Catalina partì dopo le 18:00 per cercare gli aerei e guidarli alla base nel caso li avesse localizzato. Dopo il tramonto, due Martin Mariner precedentemente destinati ad un volo di esercitazione vennero inviati per effettuare dei percorsi di ricerca ad ovest delle coordinate. Il PBM-5 decollò alle 19:27 dalla Base di Banana River, inviò un messaggio radio di routine alle 19:30 e vennero persi i contatti.
Alle 19:50 la petroliera SS Gaines Mills riferì una esplosione in aria, con fiamme che bruciarono sull’acqua per 10 minuti. La posizione indicata era . Il capitano Shonna Stanley comunicò che stava cercando delle macchie d’olio in acqua per recuperare degli eventuali sopravvissuti, ma non ne furono trovati. Anche la USS Solomons riferì l’esplosione nell’esatta posizione dove l’aereo scomparve dai radar.
5.Nel 1986, il relitto di un Avenger è stato trovato al largo della costa della Florida durante le ricerche del relitto della Space Shuttle Challenger . L’archeologo Jon Myhre sollevò questo relitto dal fondo dell’oceano nel 1990, convinto che fosse uno degli aerei scomparsi, ma l’identificazione positiva non potee essere fatta. Nel 1991, i relitti di cinque Avengers furono scoperti al largo della costa della Florida, ma i numeri di serie del motore rivelò che non erano il Volo 19. Si scopri, in seguito, che in questo tratto di mare la marina smaltiva molto suo materiale in disuso, usato per la manutenzione / riparazione o obsoleto. [ Tuffati Triangolo delle Bermuda (2004), trasmissione televisiva su The Science Channel, 17 febbraio 2006 ]. Quindi non è come molti vogliono farci credere ovvero che gli aerei son spariti nel nulla bensì data la quantità di relitti e materiale nella zona è impossibile o almeno difficile ritrovare parti o relitti ricollegabili alla squadriglia perduta

Il Triangolo delle Bermuda non esiste

Come promesso precedentemente, questo post è dedicato al triangolo delle Bermuda, per chi non lo sapesse per “Triangolo delle Bermuda” si intende una zona geografica a forma di triangolo equilatero di circa 1600 o 1800 km di diametro, che si trova nel Oceano Atlantico tra le isole di Bermuda , Puerto Rico e Fort Lauderdale ( Florida ). Il mistero e mito di questo luogo nacque quando nel 1952 George X. Sand sulla rivista Fate scrisse un articolo sulla grande quantità di sparizioni che avvenivano in quest’aria sia di aerei che di navi, ma la consacrazione di questo mito-mistero avvenne nel 1965 con il libro di Vincent Gaddis Invisible Horizons e successivamente nel 1974 con il libro di Charles Berlitz Bermuda, il Triangolo maledetto.

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Come si evince dalle righe scritte sopra il mito delle sparizioni è abbastanza recente come lo è del resto l’identificazione di questa zona geografica, la verità infatti è che è tutto totalmente falso. Non vi è nessun triangolo maledetto, il numero di incidenti nel Triangolo non è affatto superiore a quello di una qualsiasi altra regione ad alta densità di traffico aeronavale come confermato dalla Guardia costiera degli Stati Uniti, l’incidentalità è nella norma per la quantità di traffico e molti degli incidenti avvenuti sono derivati da normali cause fisiche e meccaniche.[link]
A dimostrazione di ciò, è giusto sapere che nel programma televisivo del 1992 di John Simmons su Channel 4, un canale inglese, nella puntata dedicata al triangolo delle Bermuda, è stato chiesto alle assicurazioni marittime Lloyd di Londra se effettivamente anche a loro risultasse un gran numero di navi scomparse in questa zona. Non solo la Lloyd di Londra dichiarò che molte navi associate al “triangolo” non erano affondate in quella zona ma addirittura non risultavano neanche scomparse. Inoltre fece notare che lei stessa non applicava tassi più elevati per il passaggio attraverso quella zona, cosa che se la zona fosse stata effettivamente pericolosa sarebbe stata palese. [LINK1] e [LINK2]

Ma allora perchè per anni e tutt’oggi si sente ancora parlare del triangolo maledetto?

A questa domanda risponde perfettamente wikipedia:
Il triangolo ha vissuto particolare popolarità nei media soprattutto a partire dal libro bestseller Bermuda, il triangolo maledetto (The Bermuda Triangle) del 1974 di Charles Berlitz, secondo il quale nella zona avverrebbero misteriosi fenomeni che sono stati accostati al paranormale e agli UFO. Dando per certe le sparizioni narrate nei libri e nei giornali, vari autori legati all’ufologia hanno avanzato l’ipotesi che le sparizioni misteriose di aerei e navi nel Triangolo delle Bermuda siano da imputare agli extraterrestri. Secondo gli ufologi (fortunatamente i meno professionali aggiungo io), gli alieni considerano come loro territorio di volo l’area del triangolo delle Bermuda, essendo area da loro frequentata da secoli (è ciò che disse George Adamski, il più famoso dei contattisti) e non tollerano la presenza di nessuno.
Sempre grazie a Wikipedia però apprendiamo che non tutti furono d’accordo con il libro di Charles Berlitz, anzi:
Lawrence David Kusche, autore del libro The Bermuda Triangle Mystery: Solved del 1975, mise in luce gravi imprecisioni e alterazioni nell’opera di Berlitz: spesso il resoconto non coincideva con i racconti di testimoni o di persone coinvolte negli incidenti e sopravvissuti. In molti casi informazioni importanti erano omesse, come ad esempio nella scomparsa di Donald Crowhurst, riportata come mistero nonostante già allora fosse chiaro che Crowhurst aveva inventato i racconti delle sue imprese ed aveva commesso suicidio. Oppure come nel caso del cargo che lo scrittore Charles Berlitz nei suoi libri colloca come disperso nei pressi di un porto nell’Atlantico, quando in realtà era andato perso nei pressi di un porto dallo stesso nome ma nel Pacifico. Kusche dimostrò inoltre, tramite documentazione, come numerosi incidenti indicati come “vittime del triangolo” si fossero in realtà verificati a moltissima distanza e fossero stati inclusi in malafede.
La ricerca di Kusche portò ad alcune conclusioni:
Il numero di navi disperse è paragonabile, percentualmente, a quello di ogni altra zona dell’oceano.
In una zona di tempeste tropicali, molte delle scomparse sono facilmente spiegabili, oltre che per nulla misteriose.
Il numero di perdite è stato enormemente esagerato da una ricerca falsata.
Le circostanze delle scomparse sono state riportate in modo falsato da Berlitz: il caso più comune riguarda navi che sono date per disperse con mare calmo e assenza di vento, quando in realtà le registrazioni dell’epoca mostrano tempeste o peggio.
“La leggenda del Triangolo delle Bermuda è un mistero fatto ad arte… mantenuto in vita da scrittori che volontariamente o meno fanno uso di dati errati, argomentazioni falsate, ragionamenti svianti e sensazionalismo”
Dato che il libro è in inglese riporto sotto le tabelle di Kusche tradotte in italiano e presenti nel libro “Almanacco Universale delle cose più strane e misteriose” edizioni Arcana 1990

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Immagino che alcuni di voi si chiederanno ma come ci si può spiegare la scomparsa della “Pattuglia perduta” ovvero i 5 aerei della marina americana che per primi sparirono nel famoso “Triangolo”?….Semplice basta aspettare il prossimo post 🙂