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Le bufale dell’incidente del Passo Djatlov

Giusy mi ha chiesto se sapevo qualcosa di questo video che ha trovato su Youtube

Quello che si vede nel video è il famoso “incidente a passo Djatlov o Dyatlov” (link), un avvenimento che provocò la morte di nove giovani escursioni russi, la notte del 2 febbraio 1959, a Kholat Syakhl sui monti Urali, data la totale mancanza sia di testimoni sia di prove definitive della causa della tragedia, col tempo sono nate mille congetture ovviamente circondate da mille e più bufale. Addirittura anche Wikipedia italiana non è precisa o almeno non è chiara su cosa effettivamente avvenne e parla di “una forza naturale irresistibile” LINK . Tutto ciò non fa che alimentare la teoria del paranormale dietro questa tragedia. Le speculazioni fatte su queste giovani morti non hanno avuto freni si è parlato di UFO, complotti del KGB e di mostri, ma purtroppo, a mio parere si è solo speculato su queste giovani vite stroncate.

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Ma come dico sempre procediamo per gradi.

La teoria degli alieni sembra suffragata dalle seguenti prove:
1. Reazione di terrore inspiegabile in piena notte degli escursionisti , infatti alcuni di essi pur essendo a -30 scapparo dalla tenda vestiti solo della biancheria
2. Misteriose luci nella valle
3. Mancanza della lingua in uno dei corpi (Ljudmila Dubinina) e altri traumi più o meno estesi in altri corpi
4. Presenza di radiazioni sui tessuti che sono stati indossati da uno dei membri del gruppo (Yuri Krivonischenko)
5. ll dodicenne Yury Kuntsevich, partecipò al funerale di cinque degli escursionisti e ricordò che la loro pelle aveva “un’abbronzatura color bruno intenso” come fosse bruciata
6. L”evento fu classificato “riservato” da esercito e KGB

In realtà come vedremo tutti i punti possono essere tranquillamente o smentiti o chiariti. A tal proposito chiedo scusa della crudezza delle foto qui esposte ma, purtroppo servono a dar chiarezza ai fatti.:

1. Sicuramente qualcosa ha portato gli occupanti ad uscire dalla tenda e sfidare il freddo, è giusto dire che molti sottolineano come i corpi fossero svestiti, in realtà i siti più attendibili dicono che i corpi svestiti erano solo due e probabilmente furono loro stessi a svestirsi a causa dello “spogliamento paradossale” una patologia dell’ipotermia  (link ) ma la cosa strana è un’altra, in nessuna foto vi sono dei corpi seminudi sono tutti coperti e non dai soccorritori  (lo si capisce dai vestiti innevati) …. quindi si deduce che probabilmente non erano attrezzati in modo corretto ma sicuramente non erano svestiti.

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2. Effettivamente vi erano dei testimoni che parlavano di luci in cielo, un altro gruppo di escursionisti (circa a 50 chilometri a sud) ha riferito di aver visto strane sfere arancioni nel cielo notturno a nord (probabilmente in direzione di Kholat Syakhl) la notte dell’incidente. Queste sono state poi dimostrate da Eugene Buyanov come luci per il lancio di R-7 (missili intercontinentali) LINK 

3. La lingua è il risultato della decomposizione del corpo che in zone fredde non è sempre graduale o omogenea LINK (vedi foto sotto di un corpo trovato sull’Everest), mentre i traumi degli altri sono compatibili con una caduta anche perchè ricordo: i corpi che avevano gravi fratture giacevano a 13 metri di profondità in un burrone il che potrebbe essere considerato la prova che essi siano caduti e comunque non è mai stato riscontrata ne alcuna altra impronta al di fuori di quelle del gruppo di escursionisti ne è mai stato trovato alcun segno di lotta. LINK

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4.La presenza di radiazioni può esser facilmente spiegata, infatti Yuri Krivonischenko lavorava presso Chelyabinsk-40 un impianto nucleare segreto conosciuto per l’incidente di Kryshtym del 1957 LINK , è vero che come dice il sito da cui è presa l’informazione pare strano che uno indossi gli stessi abiti, ma è pur vero che una persona che lavora a contatto con materiale radiattivo nel 1959 no aveva sfortunatamente tutte le precauzioni e le accortezze che invece per noi sono d’obbligo e quindi non è così strano che egli avessi un più alto livello di radiazioni del normale LINK.

5. Ciò che vide Yury Kuntsevich, non è altro che il colore che assume la pelle quando è “bruciata” dal ghiaccio e dal freddo. Riscontriamo infatti lo stesso colore in altri corpi esposti alle medesime intemperie (vedi foto)

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6.L’evento non è stato in realtà mai classificato non vi sono documenti scomparsi anche perchè come han dichiarato le autorità: “Non c’era alcun motivo per classificare questo evento, ne coloro che sono stati coinvolti, al momento è semplicemente considerato un evento triste e inspiegabile “. LINK 

A questo punto pare chiaro che non fu neanche l’assalto di qualcuno o qualcosa (vedi punto 4) ma allora che cosa fu? Casualità e sfortuna che purtroppo in montagna è molte volte un mix letale. A mio parere e viste le prove le cose andarono così.
Il gruppo formato da: Igor Dyatlov, Zinaida Kolmogorova, Lyudmila Dubinina, Alexander Kolevatov, Rustem Slobodin, Georgyi Krivonischenko, Yuri Doroshenko, Nicolas Thibeaux-Brignollel, Alexander Zolotarev, devono aver creato il loro ultimo accampamento alle pendici del Kholat-Syakhl, il posto non era molto esposto a valanghe ed era vicino alla meta prefissata, sappiamo inoltre che soffiava vento forte e di notte la visibilità era quasi nulla. Forse l’aumentato del vento causò del nervosismo nella tenda, nervosismo che si acutizzò con un infrasuono naturale causato da una valanga LINK , è vero che la loro zona era sicura ma intorno ad essi al contrario il rischio valanghe era elevato.

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Cosicchè al tremolio qualcuno di loro, magari uno o più dei meno esperti, spaventati ruppero la tenda e fuggirono pensando di salvarsi da una possibile valanga, gli altri per non lasciarlo o lasciarli soli li seguirono, ma questo si rivelò un errore fondamentale, poichè si trovarono all’esterno poco vestiti, a temperature proibitive e senza visibilità , l’unica cosa possibile era raccogliere legna da ardere e accendere un fuoco. Per un po’ rimasero insieme, ma la loro situazione peggiorò ed il vento li stava letteralmente uccidendo; allora forse Slobodin si arrampicò su un albero per vedere se riusciva a scorgere la tenda ma scivolò e si fratturò il cranio in modo lieve. A quel punto il capo gruppo pensò di tornare indietro a vedere se riusciva a scorgere la tenda insieme ad altri due compagni, Dyatlov, Kolmogorova e Slobodin però per la stanchezza ed il vento non ebbero scampo e morirono uno ad uno di ipotermia. Sotto l’albero dove si erano rifugiati gli altri anche Krivonischenko e Doroshenko i meno vestiti, morirono di ipotermia. Dubinina prese quindi i vestiti di Krivonischenko per coprirsi e decise di cercare un rifugio naturale nella foresta con gli altri sopravvissuti ma poco distante finirono nel cadere in un crepaccio nascosto dalla neve, anche se profondo 15  metri, Dubinina e Thibeaux-Brignollel morirono per la caduta mentre Alexander Kolevatov si ferì gravemente così Zolotarev che non si è fatto nulla cercò di coprirlo con i vestiti di Dubinina  ma il freddo uccise gli ultimi due sopravvissuti, ciò coinciderebbe perfettamente con il modo in cui le vittime sono state trovate. LINK