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British museum e la teoria degli antichi astronauti

Come avevo già detto in precedenza ultimamente mi sono recato al British Museum a Londra, gli appassionati di mistero e archeologia alternativa sicuramente sapranno che questo museo non è solo ricco di reperti archeologici ma anche di moltissimi reperti per così dire controversi che si rifanno alla teoria del paleo contatto anche detta in inglese Ancient aliens.
Qui infatti si può ammirare dal teschio di cristallo (vedi foto) alla lente di Helwan (vedi foto 2) alle tavolette che hanno ispirato le teorie di Zecharia Sitchin (vedi foto 3) a varie raffigurazioni di presunti alieni di età sumerica (vedi foto 4)

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Tralasciando che ormai è appurato che il teschio di cristallo è un falso, essendo di origine europea e databile alla metà del 1800 (link)  e mettendo da parte anche la lente e le teorie di Sitchin, poichè se ne è parlato in altri post (link1  e link2 ), vorrei soffermarmi sui reperti di età sumerica e siriana che rappresenterebbe degli alieni (vedi foto 4)
Vi sono siti che non hanno dubbi sulla loro autenticità come questo (link) ma in realtà credo che la maggior parte dei siti si basi sulle teorie espresse nei libri di Kolosimo, Von Däniken, Sitchin, Tsoukalos, Icke e tanti altri più o meno rinomati. Ma è proprio questo il problema di quando ci si basa su una documentazione, ovvero l’imprescindibile conseguenza di dover ammettere, senza ombra di dubbio, come vera e autentica la documentazione stessa che viene espressa nei libri in questione. Ora, sicuramente ciò che viene espresso a parole può essere contestato come no, a seconda di come noi la pensiamo al contrario però nel caso di prove fisiche come le foto invece si può disquisire, in quanto una volta che noi vediamo un oggetto notiamo subito se vi sono stati particolari taciuti o per meglio dire non evidenziati; è il caso della statuetta di creta trovata in Turchia ad Antalya datata 5000 AC vedi foto:

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Ebbene in realtà questa foto è molto forviante infatti vi basti pensare che questa statuetta è piccolissima ed inseribile in un contesto storico con altre piccole statuette dalle fattezze umanoidi o meno vedi mia foto

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Appare evidente così che la prima foto oltre ad ingannarci sulla realtà decontestualizza completamente il ritrovamento della statuetta, infatti nel primo caso si è portati a pensare ad un idolo di media grandezza raffigurante una divinità simile ad un alieno, trovato come unico reperto mentre nel secondo caso sebbene la raffigurazione rimane la stessa cambia completamente il contesto: una piccolissima statuetta di circa 3 cm dai tratti antropomorfi, come molti altri ritrovamenti, ritrovata insieme ad altre statuette tutte raffiguranti divinità antropomorfe (diverse fra loro) o figurine religiose di sacerdoti. Voglio dire che se la statuetta fosse stata presentata come: piccola statuetta antropomorfa, trovata inseme ad altre in uno scavo in un luogo di culto, beh il pensare agli alieni non sarebbe stato una cosa così immediata, anzi probabilmente essendo per altro l’unica raffigurazione così fatta tra le varie statue trovate ci avrebbe fatto soltanto sorridere per la sua buffa forma.
(link British museum)
Lo stesso discorso vale per i famosi idoli dai grandi occhi trovati nel tempio di Tell Brak in Siria, visti come ci vengono presentati beh anch’io avevo dei dubbi :

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Poi però una volta visti dal vivo e letto il contesto in cui essi sono stati trovati i dubbi incominciano a dipanarsi, vedi foto mia:

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Intanto le statuette non sono tutte identiche ma ce ne sono di vario tipo (vedi frecce verdi e rossa) e poi è vero che sono particolari ma, per uno storico del periodo sono spiegabilissimi in quanto esse non sono altro che piccoli voti trovati in luogo di culto e sebbene la loro raffigurazione antropomorfa li renda molto particolari era una pratica comune in quel periodo lasciare statuine nei luoghi di culto e anche il simbolismo dell’occhio era una usanza comune anche in Mesopotamia tanto che disegni “oculari” sono stati trovati anche su oggetti dal cimitero reale di Ur, così come nei templi. LINK e LINK British Museum 
Detto questo ognuno è libero di pensarla come vuole, quello che io volevo sottolineare è che il concetto, per cui a volte quello che ci viene fatto vedere è la verità che “fa comodo” (spesso espresso dai fautori degli antichi astronauti verso l’archeologia “tradizionale”) è in realtà applicabile perfettamente anche alle prove della teoria del paleo contatto, per cui l’unico modo che ci rimane per verificare o meno la validità di una teoria è quella di “toccare con mano” , quando e se c’è possibile, le prove stesse e con la nostra testa crearci una nostra idea.